Parlare di fascismo nel 2023 al Centro Diurno Ferretti

Ha ragione la preside del Liceo Leonardo Da Vinci Annalisa Savino, quando nella lettera agli studenti fiorentini afferma che "Il Fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone, è nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti".

Parlare di fascismo a un gruppo di ragazzi di un centro diurno nel 2023, quando due studenti di un collettivo sono stati picchiati davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze. Compito arduo.

Siamo partiti da loro: lo sapevano? Si.

Sono rimasti colpiti? Si.

Avevano chiara la situazione complessiva? Non molto.

Ha ragione la preside del Liceo Leonardo Da Vinci Annalisa Savino, quando nella lettera agli studenti fiorentini afferma che “Il Fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone, è nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti”.

Perché in fondo ciò che è accaduto a Firenze il 18 Febbraio scorso, non riguarda un fenomeno storico tragico appartenente al passato del nostro paese, ma riguarda quelle caratteristiche che Umberto Eco citava nel suo libro sull’Ur-Fascismo o Fascismo Eterno, che ha fra le sue caratteristiche la diffidenza per la cultura, la paura della diversità, il disprezzo dei deboli, un certo “machismo”, per citare quelle più “pre-politiche”.

Ecco; su questo versante i nostri ragazzi sono apparsi più centrati e più coinvolti, perché tali sono gli elementi con cui hanno a che fare nella loro quotidianità.

In generale, dal punto di vista di chi si considera un cittadino della nostra Repubblica, il fatto che risulta  davvero osceno dei pestaggi del Michelangiolo, è che ragazzi di vent’anni (quindi adulti a termini di legge), abbiano preso a calci e pugni ragazzini di quattordici o quindici anni.

Perché un discorso è un confronto politico che degenera in rissa tra coetanei (sempre da condannare), ma possibile, e un altro è l’intervento violento di adulti. Oltretutto ci è sembrato inaudito che ciò sia accaduto di fronte ad una scuola, elemento cardine della convivenza civile e simbolo vivente della nostra Carta Costituzionale.

A nostro avviso esistono valori che vanno trasmessi come assiomi geometrici. E’ il caso ad esempio dei principi della nostra Costituzione, i quali hanno al loro interno anticorpi viventi contro il riaffermarsi di qualsiasi forma di pensiero o atteggiamento totalitario. Perché se è vero che il Fascismo è un’esperienza storica conclusa è anche vero che contiene in sé elementi che costantemente vengono ripresi da organizzazioni che a quell’esperienza storica conclusa si rifanno. A partire da quelli più legati all’attacco alla persona, che abbiamo citato in precedenza, per poi passare alla violenza di gruppo, all’attacco a organizzazioni sindacali e alla violenza esercitata in sedi istituzionali contro gli avversari politici.

Se abbiamo interesse a difendere la “fragilità” di noi stessi e delle nostre istituzioni democratiche, c’è poco da minimizzare e molto da stare vigili.

E questo i nostri ragazzi lo sanno, lo intuiscono, magari “impoliticamente”, ma fa parte di loro.

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